Il vento nel segno


    Il vento stizzoso della mente scivola sul segno e lascia parte dell’esperienza di un lungo vagare.
    Il pensiero, nel mistero di un viaggio a ritroso fino ad un tempo non tempo, sprofonda navigando in luoghi indefinibili, fino a spingersi al limite e in quel limite  percepire un barlume di “eternità” nitido e nel contempo  sfuggente. La sensazione è precisa, quella di una insicura certezza  di  esserci e di esserci sempre stato; quella di poter cogliere per un attimo  l’origine e il punto dell’ ”inizio”  . Quell’inizio che ci appartiene, che intuisci immutato e immutabile, è il nostro ieri e anche il nostro oggi  e, forse, anche il destino del nostro domani e dell’ ”arrivo”.
    Allora quei segni, quelle forme, quei vuoti, quei neri, quelle improbabili figure, cercano di dare forma all’“indefinibile” e rivelano un forte e confuso  senso di smarrimento ostinandosi a porre una “domanda”…  ma alla domanda non trovano risposta; quella sospensione e quella tensione smarrita di una “attesa”, la nostra, è forse la sola risposta possibile.
        
                                                                                      Franco Ferrari 

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